domenica 10 maggio 2020

Mammì

Mia madre festeggia due compleanni.

Il primo il 7 dicembre, il giorno in cui è nata. Il secondo il 15 lugio, il giorno in cui è tornata alla vita. Perchè mia madre non aveva nessunissima intenzione di andarsene così presto. E ha lottato, con tutte le forse che aveva, senza arrendersi. Ha dovuto rinunciare a molte cose nella vita, ma non ha rinunciato a vivere! 

Mia madre ha subìto due interventi a cuore aperto. Era sempre stanca, senza forze, aveva capogiri e il fiatone per ogni minimo sforzo. Alla fine, dopo mesi di visite e analisi varie, abbiamo scoperto che aveva un'insufficienza  mitralica severa. Il cardiochirurgo disse che con un intervento di routine mininvasivo la valvola si poteva riparare. E così partimmo, io e lei, verso l'ospedale in cui avrebbe dovuto restare per 10 massimo 15 giorni. 

Ci è rimasta per 5 mesi.
Il primo intervento, la plastica valvolare mininvasiva, si trasformò in una sotituzione della valvola con una di tipo meccanico. A detta dei medici andò tutto bene, e lei avrebbe dovuto "soltanto" convivere con un anticoagulante per il resto della vita. 
La ripresa fu molto difficile, era come se il suo corpo cominciasse a cadere in pezzi. Con molta difficoltà riuscì ad uscire dalla terapia intensiva e a ritornare in reparto. Ma le cose non migliorarono di molto. Lei era sempre stanca, non stava bene fisicamente e soprattutto psicologicamente. Aveva allucinazioni audio-visive, non collaborava con il fisioterapista, non migliorava. Dopo circa tre settimane dal ricovero, i medici decidono di dimetterla in modo da continuare la fisioterapia riabilitativa in un istituto più vicino a casa. Avevamo tutto pronto per uscire finalmente dall'ospedale, ma decisero di non dimetterla, perchè quella mattina aveva le piastrine troppo basse e rischiava delle emorragie interne. Il calvario non era finito, anzi doveva ancora cominciare. 

Il 13 luglio comincia a non riuscire a respirare autonomamente e i reni sembrano non funzionare. Nella notte la riportano in semi-intensiva, sembra migliorare. La notte del 14 luglio la situazione peggiora, la saturazione crolla e decidono di intubarla e trasferirla in rianimazione. All'alba del 15 luglio le fanno un'ecografia attraverso l'esofago. La valvola posizionata circa un mese fa si è staccata, è appesa per qualche punto.

Mia madre sta morendo. 
Vengo fatta sedere in un ufficio, e non è mai un buon segno, mi spiegano tutta la situazione e le opzioni sono due: o si opera in urgenza, con il 90 % di possibilità di fallimento, oppure si aspetta l'inevitabile.

"Proviamo, almeno dobbiamo provare" pensai.
In rianimazione mia madre era già pronta per la sala, anestetizzata, intubata e piena di fili. Mi dissero di salutarla. Ogni volta che le sussurravo qualcosa lei sollevava le sopracciglia, sono convinta che una parte di lei mi stesse ascoltando. 
L'intervento durò sette ore e mezza. Il cardiochirurgo disse che era andato bene ma che ovviamente la situazione era critica. Sarebbe stata una lunga notte. Il mattino seguente ci recammo prestissimo in ospedale, mia madre era ancora viva. Da allora ogni giorno in vita era un benedizione. Ci volle molto tempo affinchè si riprendesse. Rimase 62 giorn in rianimazione. E come se non bastasse aveva contratto anche un'infezione antibiotico resistente. 
Ma dopo tutta quella sofferenza era ancora viva. Dovette imparare di nuovo a muoversi, a mangiare da sola e a camminare. I suoi muscoli si erano atrofizzati ed era rimasta completamente paralizzata. 

Ma non si è arresa.
Nessun medico pensava che si sarebbe rialzata in così poco tempo, ma lei lo fece. Voleva tornare ad essere autonoma, la donna forte e indipendente che era sempre stata. 
Dopo 5 mesi di ricovero, due interventi a cuore aperto e decine di complicazioni da poter scrivere un libro, tornò a casa, stanca, con 20 kg in meno e senza capelli (li aveva persi per l'enorme stress).

Ma viva.
Poche persone al mondo possono raccontare un storia del genere. 
Solo una madre avrebbe potuto affrontare una prova così dura: perchè la loro forza è immensa, inesauribile.

Le mamme rappresentano la vita. E la vita vince sempre.
Grazie mà.

1 commento:

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